sabato 21 agosto 2010

Fabrizio De Andrè: Mileto lo ricorda e ne tramanda la memoria.

E’ calato il sipario sulla III edizione del Premio “Ricordando De Andrè”, che si è svolto nella suggestiva Piazza Pio XII di Mileto, per l’occasione gremita in ogni angolo di un pubblico attento e partecipe. La manifestazione, organizzata dall’omonima Associazione Culturale, presieduta da Francesco Ciccone, e patrocinata dalla Regione Calabria, dall’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, dal Comune e dalla Proloco della ridente cittadina normanna, è stata presentata da Luigi Grandinetti, volto noto dell’emittenza televisiva calabrese. Un’apposita giuria, composta da esperti del settore artistico-musicale e letterario, giornalisti e personalità varie, tra cui Tina Galante (Mezzosoprano), Raffaella Soriano (Musicista), Pino Cinquegrana (Saggista/Antropologo), Michele Petullà (Critico musicale e appassionato studioso di De Andrè), il Sindaco di Mileto, Enzo Varone, lo stesso presidente dell’Associazione organizzatrice, Francesco Ciccone, Lidia Ruffa, Giuseppe Currà e Francesco Ridolfi (Giornalisti), e presieduta da Miche Figliuzzi, fine conoscitore della musica e dei testi di De Andrè e delegato dell’omonima fondazione, diretta dalla moglie del compianto cantautore genovese, Dori Ghezzi, ne ha decretato il vincitore, alla fine di una serata intensa e ricca di emozioni, dall’esito incerto fino all’ultimo istante, nella quale i concorrenti si sono alternati sul palco con interpretazione ed arrangiamenti di alto livello qualitativo, in un alternarsi di suoni ed emozioni che hanno piacevolmente coinvolto ed appassionato l’ampio pubblico presente, rendendo non facile il lavoro di valutazione della commissione medesima. Ad aggiudicarsi l’ambito premio la nota Band di musica popolare “I Mattanza”, con un’originalissima interpretazione della canzone Bocca di Rosa, in versione dialettale (Bbucca di Rrosa), grazie alla quale si sono aggiudicati anche il riconoscimento quale interpretazione più originale, ex aequo con il noto gruppo i Koralira”, i quali hanno interpretato in chiave acustica e dialettale la canzone Si chiamava Gesù.

Ottime sono state anche le performance di altri gruppi meno noti, i quali hanno proposto interpretazioni ed arrangiamenti musicali di alta qualità, come Angelo Fusca (già vincitore della I edizione con una straordinaria A Cimma), accompagnato dai Last Minute Band (Princesa); i “Fronesis” (già vincitori della II edizione con una superba Fiume Sand Creek), voce solista Saverio Catagnoti (Andrea); Antonio Giordano (Dolcenera); il gruppo “In Viaggio”, voce solista Filippo Lico (Un Giudice); i “Kalura, voce solista Onofrio Berlingeri (Anime Salve). E poi, a seguire, gli altri concorrenti: Francesca e Loredana, accompagnate al violino dalla bravissima, e ormai famosa, Greta Medini (Canzone dell’Amore perduto); i “Dejavù” (Un matto); Alessio Giordano (Ballata dell’amore cieco o della vanità), i “Diadema” (Il testamento di Tito). Un’intera sera, dunque, una bellissima serata di musica, dedicata a Fabrizio De Andrè - che ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano - ed alle sue canzoni, sospese tra musica e poesia, per ricordarlo e tramandarne la memoria.

De Andrè, infatti, era e rimane uno fra i più conosciuti, amati ed importanti cantautori italiani. Ne sono testimonianza e dimostrazione i tanti concerti celebrativi, i tributi e gli omaggi alla sua opera che, sin dalla sua scomparsa, avvenuta l’11 gennaio 1999, si susseguono sempre più numerosi e partecipati. In questo contesto, ed in questo fermento culturale-musicale, si inserisce ed acquista ancora più rilevanza e significatività il Premio “Ricordando De Andrè”, organizzato a Mileto. Una manifestazione che, dal punto di vista artistico-culturale, vuole stimolare e promuovere, attraverso la riproposizione e l’interpretazione delle canzoni di De Andrè, una creatività libera e non condizionata dalle tendenze legate alle mode, al fine di dare originalità e vitalità alla produzione artistica in campo musicale. Una manifestazione di ampio respiro e di sicuro interesse artistico-culturale; un appuntamento molto atteso, che si candida a divenire polo di attrazione, non solo per artisti ed appassionati della musica italiana d’autore, e a proiettare la ridente cittadina normanna, già ricca di storia e di cultura, nei grandi circuiti culturali di interesse nazionale.

Mileto, dunque, attraverso questo Premio, ricorda Fabrizio De Andrè e ne tramanda la sua memoria.

Ricordare De Andrè significa ricalcare i percorsi dei suoi personaggi, quegli angoli di umanità con cui si confrontava e che ha molto studiato, così tanto da tentare di comprenderli. Si è sforzato di comprendere realtà differenti, usando la gioia del dialogo che, specie in una realtà come la nostra, rimane una condizione fondamentale di crescita e di democrazia. De Andrè ha introdotto nel mondo della musica leggera un nuovo modo di esporre, in musica e in parole, i fatti e la realtà della vita. Ha elevato le parole al rango di racconto-poesia. Con quel timbro così unico, inconfondibile, inimitabile, la sua voce non era mai estranea a ciò di cui parlava o cantava. Era una voce etica, ed in tutte le sue canzoni traspare la ricerca del senso etico prima ancora che estetico. Per questo rappresenta una leggenda italiana, la cui musica e le cui parole hanno fatto e fanno battere il cuore. Raramente gli uomini riescono a scuotere le coscienze come Fabrizio de Andrè ha saputo fare, con la sua voce da sciamano suadente e le sue canzoni, in tanti anni di carriera sempre fuori dal coro, dalle regole e dai canoni del sistema. Per questo, tanti e tanti, molti, che sono cresciuti con le sue canzoni ed hanno riconosciuto nella sua musica e nelle sue parole gli insegnamenti di un grande maestro, continuano ad ascoltare la sua voce. Attraverso le sue canzoni ci ha parlato innanzitutto di libertà, invitandoci a pensare con la nostra testa, rifiutando dogmi, parole d’ordine e slogan da combattimento. Per molti, ascoltare De Andrè è stato come leggere un romanzo di formazione, uno di quei libri in cui si racconta una crescita e ci si identifica in una maturazione. Grazie Fabrizio per aver cantato di Marinella, di Bocca di Rosa, di Via del Campo, di una Smisurata preghiera, del nostro Amico Fragile, dei nostri amori perduti; per averci fatto gridare attraverso le tue ballate contro tutte le assurdità del mondo, contro le sue ipocrisie e le sue ingiustizie. E grazie per averci insegnato che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”.

Michele Petullà

1 commento:

Anonimo ha detto...

helpful post.