domenica 8 luglio 2007

Verso il Partito Democratico

Il congresso è un momento molto importante per la vita organizzativa e politica di ogni partito; segna un momento di verifica, confronto, analisi e produce sintesi destinate a segnarne il futuro. Nel congresso si enunciano i programmi, si tracciano le rotte e si stabiliscono le strategie per il futuro del partito. I congressi di Margherita e DS, in particolare, si celebrano in un momento delicato e significativo, visto che i due partiti sono ormai proiettati verso il nascente Partito Democratico. Sono tanti i segnali che mettono in evidenza come le analisi ed i programmi maturati attraverso l’esperienza dell’Ulivo, cosi come i principi ed i valori che li hanno ispirati, contengono i semi e fanno emergere l’esigenza di una nuova cultura politica e democratica. Esigenza ormai improcrastinabile, soprattutto in Calabria, dove più che mai e più che altrove si avverte la necessità di rinnovare e riformare la politica; di creare una cultura politica nuova che sia in grado di affrontare ed avviare a soluzione le tante emergenze ed i tanti problemi che attanagliano questa terra. Quì, più che altrove, la politica sembra aver fallito il suo scopo fondamentale, che, in sostanza, è quello di saper progettare e programmare efficacemente gli interventi e le azioni, per risolvere adeguatamente i problemi e preparare per tempo il futuro; creare opportunità di sviluppo duraturo e sostenibile; dare risposte adeguate alle istanze della gente; alimentare la speranza in un futuro migliore, specie nei giovani. Una politica molto spesso chiusa su se stessa ed autoreferenziale; che non ha saputo o voluto valorizzare adeguatamente le tante risorse e competenze presenti sul nostro territorio; che non ha saputo o voluto innescare un vero e proprio processo di crescita e sviluppo. Una politica che si è concentrata, quasi esclusivamente, sulla gestione del potere tout-court e sulla spartizione delle poltrone, anziché pensare al buon governo del territorio ed alla saggia, competente, efficace ed efficiente amministrazione della cosa pubblica. Una politica che molto spesso è diventata cosa strettamente personale e personalistica; che non ha di certo incoraggiato né favorito un’effettiva partecipazione dei cittadini all’attività politica e pubblica; che molto spesso ha favorito l’interessata conoscenza a discapito della competenza, del merito e della professionalità. E cosi facendo, questa politica, che non ha avuto la capacità o la volontà di adottare i giusti ed opportuni interventi di cui il nostro territorio aveva ed ha necessità, ha avuto l’effetto di mortificare intelligenze e competenze, aspettative e speranze, creando distacco, disaffezione, sfiducia, rassegnazione. Basta questo per capire l’urgenza e la necessità di rinnovare e riformare la politica, soprattutto in Calabria, creando una cultura politica nuova, più aperta e democratica, più vicina alla gente ed ai suoi bisogni, più attenta verso i giovani e le categorie più deboli. Noi non vogliamo e non dobbiamo rassegnarci all’esistente, al “nulla” imperante che uccide le speranze ed i sogni, soprattutto dei giovani. Noi vogliamo e dobbiamo poter pensare, immaginare, realizzare le nostre legittime aspettative di una società e di una Calabria diversi e migliori, rispettose dei diritti, delle culture, delle intelligenze, delle capacità e delle competenze. Noi vogliamo e dobbiamo credere che la politica possa rappresentare per davvero una speranza di libertà ed uno strumento di emancipazione sociale e civile dei cittadini. Pertanto, la politica deve saper restituire a tutti, e soprattutto ai giovani, la speranza in un futuro migliore. Il futuro Partito Democratico dovrà raccogliere, alimentare, farsi interprete ed essere attore principale di queste esigenze e di queste speranze di rinnovamento. La speranza come spazio vitale necessario alle nuove generazioni deve essere elemento essenziale di una cultura che un partito democratico deve coltivare. Affinché queste speranze vengano adeguatamente alimentate è necessaria una cultura politica nuova, di cui il Partito Democratico può ben essere portatore. E’ una sfida ambiziosa, certo. Ma c’è davvero bisogno di un grande Partito in grado di sostenere un adeguato e forte programma di riforme e suscitare un moto profondo di partecipazione democratica intorno ad un ambizioso disegno. Un Partito in grado di dare risposte adeguate alle istanze di tutti i cittadini, di raccogliere e canalizzare politicamente le richieste di rinnovamento e riforma della politica che emergono sempre più forti nella società. Questa forza può ben essere il Partito Democratico, che si configura, quindi, come partito della democrazia. Un partito di governo che sappia interpretare l’interesse generale. Un Partito popolare aperto alla società, radicato nel territorio, capace di rappresentare e dare voce ai bisogni ed alle aspirazioni innanzitutto dei più deboli e dei più giovani, costantemente impegnato a rendere partecipati e condivisi i processi di riforma. Un Partito né burocratico né leaderistico, ma plurale e democratico nella definizione dei programmi, nella scelta dei dirigenti, nell’impostazione dell’azione politica. Un partito nazionale ed europeo, cioè radicato nella storia del paese e capace di interpretarne l’unità e gli interessi nel quadro della costruzione dell’unità politica dell’Europa. Un Partito culturalmente attrezzato e dotato di una forte carica etica e morale, che promuova e alimenti una vera e propria riforma intellettuale, morale e politica. Un Partito chiamato ad essere artefice e protagonista principale dell’elaborazione di una cultura politica nuova, pluralista, capace di integrare le competenze delle diverse discipline, di riconoscere il limite della politica e al tempo stesso di innervare il discorso pubblico. Un Partito capace di portare più vicino ai cittadini le Istituzioni e la Politica, attraverso l’attuazione di una democrazia partecipata, ricca di collegamenti con la società civile. Un Partito utile al Paese, che dovrà avere solide radici nell’esperienza storica della democrazia italiana e dei suoi diversi protagonisti, pur nella consapevolezza che le eredità delle differenti culture politiche che hanno animato la storia del riformismo italiano sono ciascuna necessaria e nessuna sufficiente a fornire la base per l’elaborazione di una nuova cultura democratica. Un Partito che sia capace di interpretare ansie, aspettative, domande e trasmettere speranza. E’ il programma di costruzione di una società in cui i diritti di cittadinanza di ciascuno siano pienamente realizzati, in cui la famiglia e le comunità locali siano sostenute, in cui lo Stato assicuri secondo principi universalistici i diritti alla salute, all’istruzione, al lavoro, alla previdenza. In cui il lavoro è al centro della società ed il diritto a realizzare se stessi socialmente e nel lavoro diventa un diritto fondamentale. Esiste nel Paese una forte domanda di democrazia, di una Politica “forte ma dotata di misura”, capace di favorire e organizzare la partecipazione dei cittadini ed allo stesso tempo di definire ed indicare una direzione di marcia, una prospettiva, un’orizzonte. Sono le vicende e la storia del nostro Paese che ci indicano la necessità di dare vita in Italia ad un grande Partito Democratico, che ci impongono di costruire non un nuovo partito ma un Partito nuovo, una forza riformista e democratica capace di raccogliere ed interpretare le forti istanze di cambiamento e rinnovamento della società e della cultura politica. Le profonde divisioni sociali, culturali, internazionali e politiche che avevano dato forma al sistema politico della prima repubblica e alla divisione dei riformisti sono ormai venute meno. C’è nel Paese un’unità di fondo tra gli elettori dell’area dell’Ulivo, che costituisce la potenziale base per il Partito Democratico, mentre l’esperienza delle primarie ha dimostrato l’esistenza di una forte spinta alla partecipazione che va oltre il perimetro dei partiti esistenti. Ma affinchè questo processo giunga a compimento occorre affrontare un nodo ineludibile: il nodo della cultura politica. Se vorrà essere un organismo vitale e duraturo, il Partito Democratico dovrà affondare le sue radici in una cultura politica nuova, dovrà definire una propria visione del Paese e dei processi politici, affrontare la questione dei valori e dei principi, delineare un “programma fondamentale”. Nel concetto di Partito Democratico ci deve essere l’impegno a costruire un soggetto che abbia come progetto i valori scritti nei primi articoli della nostra Costituzione (i principi fondamentali) e che abbia come programma la realizzazione piena e compiuta di quei valori. Sono valori di libertà, di uguaglianza e di solidarietà. Sono valori di pace e di giustizia.
Michele Petullà

3 commenti:

Anonimo ha detto...

hi every person,

I identified vibovalentia.blogspot.com after previous months and I'm very excited much to commence participating. I are basically lurking for the last month but figured I would be joining and sign up.

I am from Spain so please forgave my speaking english[url=http://essmartthoughts.info/forum].[/url][url=http://frlatesttrends.info/forum].[/url][url=http://calearnnewthings.info/].[/url]

Anonimo ha detto...

Hey Guys

Well this is my introduction to all of you here at www.blogger.com[url=http://ovsmartthoughts.info/].[/url] I just hope I can manage to contribute something to the awesome discussions that take place here[url=http://wrsportsnews.info/forum].[/url][url=http://adlatesttrends.info/].[/url]

I lokk forward to participating in the awesome community[url=http://bolatesttrends.info/].[/url][url=http://whatweknowra.info/forum].[/url]

Anonimo ha detto...

It is my first post here, so I would like to say hallo to all of you! It is unquestionably comfort to join your community!