domenica 8 luglio 2007

Incentivi d’oro alla Regione Calabria: rabbia e indignazione.

Rabbia e indignazione! Sono questi i sentimenti più immediati che si provano dinnanzi all’ennesimo caso di ingiustizia perpetrato ai danni dei cittadini calabresi. Per colpa di una classe politica che, attraverso leggi inique, continua a perpetuare i privilegi di pochi a discapito dei diritti di molti, bruciando e sperperando risorse che, invece, potrebbero e dovrebbero essere utilizzate in modo proficuo a vantaggio di tutta la comunità calabrese e di tutto il suo territorio. Dopo il provvedimento scandaloso del “concorsone”, che ha consentito a molti esponenti politici della Regione Calabria di “sistemare” molto bene, senza fatica alcuna e con criteri poco trasparenti, parenti ed amici stretti all’interno dell’Ente, ecco un’altro provvedimento che grida vendetta, un atto che la coscienza morale condanna e che non può che indurre alla vergogna. Mi riferisco alla legge regionale, varata anche questa dalla precedente giunta Chiaravalloti, che prevede l’erogazione di incentivi d’oro (fino a circa 570.000 euro) a favore di quei dirigenti e dipendenti della Regione Calabria che avranno deciso di optare per l’esodo incentivato, ossia di andare in pensione anticipatamente, ricevendo in cambio, oltre al normale trattamento di fine rapporto, una lauta indennità supplementare. Con l’aggravante che, molto probabilmente, alcuni di quei dirigenti avranno la possibilità di rientrare nell’Ente Regionale attraverso il sistema delle consulenze esterne, pagate profumatamente. Della serie “quando si vuole, i soldi si trovano”. La cosa suscita ancora più rabbia ed indignazione se si pensa che, a distanza di oltre nove mesi dall’alluvione del 3 luglio 2006, sul territorio vibonese sono ancora aperte le ferite causate da quel tragico evento, le imprese e le popolazioni colpite sono ancora in attesa di ricevere, se mai lo riceveranno, quanto dovuto e/o promesso. E’ sicuramente un fatto grave, che non può che indignare tutto il popolo calabrese. Un fatto che, ovviamente, non fa altro che aumentare le disuguaglianze tra pochissimi privilegiati e quanti, invece, quotidianamente e con molta fatica vivono di solo lavoro, spesso mal pagato, e pensioni da fame. Il fatto diventa ancora più scandaloso ed inaccettabile se si pensa che nel nostro Paese è in corso un dibattito sulla necessità o meno di innalzare l’età pensionabile e, dunque, di allungare il numero degli anni di attività lavorativa e, conseguentemente, ridurre il numero degli anni di godimento della pensione, con l’intento dichiarato di ridurre la spesa pubblica. Come si concilia questa esigenza con il privilegio, riservato ai dipendenti della Regione Calabria, di poter andare in pensione anticipatamente e ricevere anche una ricca ricompensa, che aumenta inopportunamente smisuratamente la spesa pubblica a carico dell’Ente e, di fatto, limita l’uguaglianza dei cittadini? Il Presidente Loiero si è limitato a commentare il fatto dicendo che sarebbe una bizzarria non applicare la legge. Certo, le leggi vanno applicate. Ma le leggi, come recita la nostra Costituzione, devono essere uguali per tutti i cittadini e, pertanto, è un dovere morale cambiarle quando ci si rende conto che esse sono sbagliate e inique e sono fonte di privilegio. Come la storia e la storia del progresso ci hanno insegnato, per affrontare efficacemente ed efficientemente il presente, preparare un futuro diverso e migliore, avanzare sulla via del progresso, spesso è anche necessario cancellare le “macchie” del passato. Un governatore saggio e illuminato sa, o dovrebbe sapere, che suo compito principale è quello di seguire la strada che conduce ad una competente, efficace ed efficiente amministrazione della cosa pubblica; di perseguire il buongoverno, che consiste, essenzialmente, nel fare bene le cose giuste, guardando al bene pubblico ed all’interesse generale. In Calabria c’è molto da fare, per recuperare i ritardi accumulati in anni e anni di malgoverno; altre, e non i provvedimenti che creano privilegi, sono le priorità che vanno affrontate. E’ ora di finirla con i privilegi, a tutti i livelli. La Calabria è assillata da molti problemi, da molte emergenze a cui la classe politica sembra non riuscire a trovare soluzioni adeguate. Strano, però, che la stessa classe politica, invece, sembra essere perfettamente efficiente e tempestiva quando si tratta di adottare provvedimenti e varare leggi che, direttamente o indirettamente, vanno a proprio beneficio e non a beneficio dell’intera collettività. La Calabria e tutti i calabresi reclamano la giusta attenzione verso questi problemi e queste emergenze da parte della classe politica, la quale dovrebbe rimboccarsi le maniche per affrontare, finalmente, il presente e preparare adeguatamente il futuro, attraverso azioni politiche efficaci ed efficienti. E’ tempo, ormai improcrastinabile, che la Calabria ed i Calabresi vengano, finalmente, governati, con serietà e responsabilità, con competenza e giustizia.
Michele Petullà

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